SASSOFONOIl sassofono, saxofono, o semplicemente sax è uno
strumento musicale ad
ancia semplice della famiglia degli
aerofoni. Il sassofono è inserito nella famiglia dei
legni poiché, nonostante il corpo dello strumento sia normalmente di metallo (spesso di
ottone, motivo per cui viene spesso impropriamente inserito tra gli ottoni), l'emissione del suono è provocata dalla vibrazione di un'ancia, costruita in legno. Inoltre, la lunghezza della colonna d'aria (e quindi l'altezza del suono prodotto) viene modificata attraverso dei fori sul corpo dello strumento (controllati da
chiavi). Fu inventato da
Adolphe Sax nel
1841 e
brevettato il
22 giugno del
1846. Ha avuto una grandissima e veloce espansione in moltissimi generi
musicali grazie alle sue doti di espressività e duttilità.
In generale la famiglia dei sax è presente in quasi tutti i generi musicali moderni (anche se è meno rappresentato nel
rock e nella musica elettrica in generale): anche la recente tendenza verso la musica sintetica e campionata ha solo scalfito la sua popolarità. A causa della sua recente invenzione, nella
musica classica il sassofono è un po' penalizzato dalla limitata letteratura, ma è tuttavia presente, anche con ruoli di rilievo, nelle
orchestre sinfoniche (si ricordi l'
assolo per sax alto in Il Vecchio Castello dai Quadri di un'esposizione di
Mussorgsky orchestrati da
Maurice Ravel nel 1922). Esiste inoltre un crescente corpus di musica cameristica originale per sassofoni (spesso in quartetto) e di trascrizioni. Dotato di una voce potente e di grande proiezione di suono, il sassofono ha un vasto uso
bandistico (ad esempio è molto impiegato nelle bande militari
americane): per questo motivo fu quasi subito presente nelle prime formazioni
jazz, un genere musicale di cui è diventato il simbolo.
[
modifica] Tipi di sassofono
La famiglia dei sassofoni, come concepita da Adolphe Sax, ha 14 membri, di cui solo sei sono ancora in uso. In ordine di crescente altezza gli strumenti sono:
Jay C. Easton e la sua famiglia di sax: contrabasso, basso, baritono, tenore, C melody, alto, mezzo-soprano in Fa, soprano, soprano in Do, sopranino. (foto Adrienne Easton)
il
sassofono subcontrabbasso in Sib: progettato da
Adolphe Sax, non fu mai realizzato né da lui né in seguito. Esiste solo come
tubax in Sib. La sua estensione è un'ottava sotto il sax basso.
il
sassofono contrabbasso in Mib: estremamente ingombrante, pesante e raro (pare che al mondo ne esistano solo sei funzionanti). Una versione più maneggevole e suonabile è stata realizzata nel
1999: il
tubax in Mib. Si tratta di uno strumento di concezione diversa, dal canneggio meno conico e più ergonomico, in qualche modo simile ad un
sarrusofono ad ancia semplice). La sua estensione è un'ottava sotto il baritono.
il
sassofono basso in Sib: anche questo è uno strumento che s'incontra raramente, con estensione di un'ottava sotto il tenore. Costituisce il basso fondamentale dell'orchestra standard di sassofoni (12 elementi, dal sopranino al basso).
il
sassofono baritono in Mib: è il sassofono di uso comune dall'intonazione più grave: viene suonato abitualmente senza particolari supporti (mentre gli strumenti più gravi vengono normalmente appoggiati a terra tramite treppiedi o sostegni simili). Tra i sassofoni comuni, si distingue per le dimensioni e la caratteristica voluta del collo. La sua estensione, una quarta sotto il tenore, va dal Reb3 al La5. Spesso viene realizzato con la campana allungata per poter suonare anche il La grave (Do3 reale).
il
sassofono tenore in Sib: la sua estensione è una quarta sopra il baritono (dal Lab3 al Mi6). Di uso comune, incarna l'immagine del sassofono nell'iconografia popolare. Si riconosce per via della caratteristica "gobba" del collo.
il
sassofono C melody (C-Melody sax) in Do, un tenore non traspositore, oggi è molto raro.
il
sassofono contralto o "alto" in Mib: di uso comune, è esteso a partire da una quarta sopra il tenore (dal Reb4 al La6). Tra tutti gli strumenti della famiglia, è quello che offre il miglior compromesso tra dimensioni, peso, imboccatura, ergonomia delle mani e problemi d'intonazione: per questo motivo è spesso consigliato come primo strumento.
il
sassofono mezzo-soprano in Fa: sorta di contralto più piccolo, dal collo tipicamente inclinato di circa 45 gradi rispetto al fusto. Fu prodotto in forma diritta dalla
Conn con il nome di
Conn-O-Sax: questo era una sorta di incrocio tra il sassofono e l'
heckelphon, dalla caratteristica campana a pera. A causa dello scarso successo commerciale molti strumenti furono utilizzati in fabbrica per insegnare agli apprendisti i principi della riparazione e costruzione degli strumenti (e quindi distrutti). Entrambe questi strumenti sono oggi molto rari.
il
sassofono soprano in Sib: esteso a partire da una quarta sopra il contralto, dal Lab4 al Mi7. Normalmente diritto, esiste anche in versione curva. I problemi di costruzione (i fori portavoce sono molto piccoli) lo hanno reso per molto tempo uno strumento con gravi problemi d'intonazione limitandone l'uso. Nella musica moderna è tornato in auge a partire dagli anni 1940, grazie a
Sidney Bechet e
John Coltrane. Il timbro è tipicamente nasale e sottile. Si tratta del più acuto sassofono di uso comune.
il
sassofono soprano in Do: come il C-melody, intonato un'ottava sopra. Estremamente raro.
il
sassofono sopranino in Mib: molto raro, strumento più acuto della tipica orchestra di sassofoni.
il
sassofono sopranissimo in Sib: questo raro strumento fu messo a punto da
Benedikt Eppelsheim nel
2002 ed è stato battezzato "soprillo" dall'inventore. Di dimensioni pari a quelle di un
ottavino, la sua costruzione ha richiesto l'applicazione di un foro portavoce dentro al bocchino.
La famiglia di strumenti tagliati in Do e in Fa, per uso orchestrale, proposta e realizzata da Sax, è oggi completamente caduta in disuso, anche se il 'C melody sax' conobbe un momento di popolarità agli inizi del secolo scorso.
Il tedesco Benedikt Eppelsheim produce sax speciali agli estremi della scala tra cui i già citati tubax e soprillo: la particolarità del suo sforzo consiste nel produrre strumenti effettivamente suonabili (mentre già il normale sax basso è notorio per avere orrendi problemi di intonazione). Ad esempio, il sassofonista statunitense
Anthony Braxton, che da sempre ama confrontarsi con strumenti inusuali, si è prodotto in performance con il tubax. Nei pochi anni dall'invenzione, sono già stati prodotti più tubax che sax contrabbassi ordinari.
[
modifica] Sassofoni eterodossi
Nel corso degli anni e soprattutto tra gli anni '20 e gli anni '50 del ventesimo secolo, quando il sax andava molto di moda, furono inventati molti strumenti simili al sax, dal saxello (sax soprano semicurvo, somigliante ad una S allungata: oggi di uso raro), al manzello (un saxello modificato su specifiche di
Roland Kirk), allo stritch (un contralto diritto), a strumenti col canneggio estremamente sottile (Rotophone Bottali). La maggior parte di questi strumenti fu dimenticata, come accadde al
sarrusofono (di cui il rotophone Bottali era un ibrido). Unico tra i concorrenti del sax ad avere una certa vita individuale e un repertorio, questo strumento ad ancia doppia fu inventato da
Pierre Auguste Sarrus e prodotto da
Pierre-Louis Gautrot nel
1856 in concorrenza con Adolphe Sax (il combattivo Sax citò entrambi in tribunale, perdendo però la causa). Il
sarrusofono rivide per poco la luce della ribalta ad opera di
Sidney Bechet, prima che quest'ultimo si desse al sax soprano.
[
modifica] Storia del sassofono
Adolphe SaxIl belga Antoine Joseph Sax, detto
Adolphe Sax (
1814-
1894), cercò per tutta la vita di perfezionare gli strumenti a fiato: inventò dispositivi per migliorarne l'intonazione, il suono e la facilità di esecuzione, depositando 33 brevetti.
Dopo essersi concentrato su vari aereofoni, e soprattutto sui clarinetti, Sax costruì uno strumento che univa l'imboccatura ad ancia semplice del clarinetto, un sistema di chiavi ispirato al clarinetto, all'oboe ed al flauto ed un canneggio conico in metallo. Questo "ibrido", pur appartenendo alla famiglia dei legni ed avendone la flessibilità tecnica, permette un grande volume di suono, paragonabile a quello degli ottoni. Si trattava di un sassofono baritono in Fa, di cui costruì un primo prototipo nel
1842 a
Parigi.
Nel
1844, il sassofono fu presentato al pubblico per la prima volta all' Esposizione industriale di Parigi. Il
3 febbraio dello stesso anno il compostore
Hector Berlioz, grande amico di Sax, diresse in concerto il suo corale Canto Sacro (Hymne Sacrée), che aveva parti per sassofono. In dicembre il sassofono debuttò all'orchestra del
Conservatorio di Parigi nell'opera di
Georges Kastner, "
Le Dernier Roi de Juda".
Berlioz elogiò più volte lo strumento, a partire da un celebre articolo del giugno 1842 fino al lusinghiero capitolo dedicato al sassofono nel celebre "Trattato di strumentazione".
Il
21 marzo 1846, Sax depositò il suo
brevetto per « una famiglia di strumenti a venti chiavi detta dei Sassofoni » che comprendeva otto strumenti. La riorganizzazione della musica reggimentale e l'adozione, nel 1845, degli strumenti di Sax (sassofoni, saxhorn, saxtrombe e saxtube) da parte delle bande dell'esercito francese, misero Sax nella posizione di avere il monopolio per la fornitura dei suoi strumenti. Per promuovere questo esito, egli aveva organizzato un pubblico "scontro" tra due bande, il
22 aprile 1845 al Champ de Mars, cui parteciparono 20.000 spettatori ed una giuria qualificata. I 45 elementi che suonavano strumenti tradizionali furono surclassati dai 38 elementi dotati di strumenti inventati o perfezionati da Sax.
Il suo brevetto scadde nel
1866 e la ditta Millerau fece brevettare il Saxophone-Millereau, con una chiave biforcata per il Fa#. Nel
1881, Sax estese il suo brevetto originale, allungando la campana per alloggiarvi il foro del Sib grave e aggiungendo un portavoce per poter suonare il Fa# e il sol acuti.
Tra il
1886 e il
1887, l' Association Des Ouvriers inventò la chiave del trillo per la mano destra, il sistema dei mezzi fori per le prime dita della mano, l'anello di regolazione dell'accordatura e ll chiave doppia e perfezionò il meccanismo per cui la chiave del sol diesis poteva essere tenuta premuta assieme a qualsiasi dito della mano destra e apportò altre migliorie al Fa# biforcato e al Sib grave. Nel
1888, Lecomte inventa la chiave d'ottava semplice e dei sistemi di rulli per il modello Contrabbasso in Mib.
Sax fu il primo insegnante di sassofono al Conservatorio Superiore di Parigi, dal
1857 fino alla chiusura nel
1870 dovuta alla guerra franco-prussiana. In Italia, il
Conservatorio di Bologna adottò gli strumenti di Sax su consiglio di
Gioacchino Rossini nel
1844.
Dopo alterne e tempestose vicende, l'industrioso e geniale Adolphe Sax morì in miseria a Parigi nel 1894.
La società "Adolphe Sax & Cie" fu acquistata dalla società "H.Selmer & Cie" nel
1928 (il primo sassofono Selmer - il modello 22 - era uscito nel
1921). Da allora la
Selmer ha contribuito a migliorare lo strumento con il quale aveva conquistato i mercati europei e americani, conquistandosi una posizione d'eccellenza che dura ancora oggi. La maggior parte dei fabbricanti di sassofoni (
Buffet-Crampon,
Millereau,
Gautrot,
Couesnon) presenti in Francia alla fine del XIX secolo, sono stati gradualmente sopiiantati da marchi internazionali quali
Adler,
Huller (Germani),
Keilwerth,
Yamaha e
Yanagisawa (Giappone), che talvolta ravvivano a fini commerciali famosi marchi del passato (è il caso dell'italiana Grassi, il cui nome è di recente risorto grazie ad un fabbricante coreano). Esistono inoltre innumerevoli marchi commerciali ("stencil") applicati a strumenti economici da studio prodotti in grande serie da aziende poco note (basate soprattutto a
Taiwan) e destinati al mercato dei principianti.
[
modifica] Anatomia dello strumento
Chiavi di un sassofono (sax tenore)
Il sax deriva dal
clarinetto come suggerisce la somiglianza di forma tra un clarinetto basso e il sax. Dopo aver realizzato clarinetti tradizionali, Adolphe Sax sperimentò clarinetti a 24 chiavi e clarinetti bassi completamente in
ottone, fino ad arrivare al sax. Rispetto al clarinetto, che ha un corpo cilindrico, l'inventore adottò un canneggio conico che permetteva una maggiore proiezione del suono e consentiva di mantenere le stesse posizioni delle dita (diteggiatura) per l'ottava grave e quella acuta.
Il sassofono è composto da cinque elementi principali: il bocchino, il collo (o chiver (
EN) ), il fusto, le
chiavi e la campana. Negli strumenti di uso più comune (contralto, tenore e baritono) il bocchino e il collo sono separati e vengono montati sul corpo prima che lo strumento venga suonato. Corpo, chiavi e campana invece, costituiscono un corpo unico. Nel sax soprano, il collo talvolta è parte integrante dello strumento, talvolta è staccabile.
Il sassofono viene suonato in piedi o seduti (più spesso per i modelli più pesanti o in situazioni orchestrali), ed è sospeso al collo del musicista tramite un apposito nastro (detto collarino) agganciato al corpo dello strumento. Esistono inoltre innumerevoli modelli di imbragature per scaricare più ergonomicamente il peso dello strumento. Sul corpo dello strumento è anche avvitato un gancio ricurvo nel quale viene inserito il pollice della mano destra dello strumentista per dare stabilità allo strumento durante l'esecuzione.
[
modifica] Tecniche costruttive
Le parti metalliche del sassofono vengono lavorate secondo le più disparate tecniche della
metallurgia.
Anticamente il lavoro veniva svolto a mano: le lastre metalliche piane venivano avvolte intorno ad appositi stampi conici e saldate. La forma svasata della campana veniva ricavata tramite martellatura su apposite
incudini in legno. I fori venivano praticati con apposite
frese ed le proiezioni cilindriche che fungono da appoccio alla chiave chiusa (detti caminetti) saldati sui fori. Questo tipo di lavorazione è oggi riservata a strumenti artigianali di particolare pregio o a leghe metalliche che poco si adattano alla lavorazione meccanica.Nella moderna produzione in serie trovano ampio uso le
presse ed una tecnica che prevede l'introduzione di acqua ad alta pressione all'interno dei fusti grezzi, per far aderire il metallo all'interno dello stampo conico. Inoltre i caminetti vengono normalmente estrusi da apposite macchine a controllo numerico: questo procedimento, che evita gli spigoli irregolari spesso lasciati dalle procedure di saldatura all'interno del corpo, ha anche l'effetto di migliorare l'acustica dello strumento.
La lavorazione del fusto del sassofono prevederebbe una cosiddetta cottura, cioè una fase di lavorazione in cui il fusto viene portato ad alte temperature per favorirne la successiva risposta alle vibrazioni sonore. L'occhio esperto dell'artigiano è fondamentale per questo tipo di lavorazione. Successivamante vengono saldate a stagno tutte le colonnette su cui gireranno le chiavi ed altri elementi. Infine si cura la finitura superficiale (lucidatura, incisioni decorative, verniciatura o placcatura).
Per la lavorazione delle
chiavi ed altre informazioni, si veda alla voce relativa.
Infine, rimane insostituibile il lavoro manuale in tutte le fasi di montaggio, rifinitura e regolazione: queste lavorazioni vengono svolte con cura nel caso di strumenti professionali, con maggiore fretta e scarsa attenzione ai particolari nel caso di produzione in grande serie (per ovvi motivi di economia).
[
modifica] Il materiale
La maggior parte dei sassofoni è realizzata in leghe metalliche (che per gli strumenti di qualità è quasi sempre
ottone) a qui viene applicata una finitura superficiale che può consistere di una laccatura lucida o da finiture con aspetto grezzo (a volte dette "brass") abbastanza di moda negli ultimi anni. Esistono anche strumenti con laccature colorate. Prima del 1960 erano abbastanza diffusi sassofoni economici placcati in
nickel, mentre fino agli anni '30 (in assenza di vernici adeguate) gli strumenti erano placcato in
argento (o
oro) oppure lasciati privi di finitura. La campana è generalmente decorata con incisioni.
La funzione della laccatura è soprattutto estetica e di protezione dalla corrosione, essendo abbastanza diffusa l'opinione che l'influsso della finitura superfciale sul suono del sassofono sia nulla o limitata (anche se alcuni sostengono il punto di vista opposto). L'influenza del materiale sul suono del sassofono è oggi oggetto di discussione, al punto che diverse aziende costruttrici hanno in catalogo strumenti interamente in
argento, in
rame, in
bronzo o in varie leghe. Nella scelta del materiale subentrano all'opposto anche ragioni di tipo tecnologico ed economico: gli strumenti più economici sono prodotti con leghe morbide di facile e veloce lavorazione.
Nel corso degli anni, sono stati sperimentati, con poca fortuna, altri materiali, quali ad esempio il legno. Negli anni 1950 e 1960 ebbe una certa diffusione un sassofono in plastica, prodotto dalla ditta inglese Grafton, che ebbe un suo periodo di notorietà durante il quale fu usato da alcuni importanti solisti, fra cui
Charlie Parker[1] e
Ornette Coleman.
[2] Lo strumento presentava alcuni inconvenienti: alcune chiavi erano diverse (richiedendo un opportuno periodo di pratica), e nel caso di rottura del fusto in plastica (relativamente frequente in caso di cadute) era necessario sostituirlo o fondere la plastica; inoltre il suono era piuttosto esile e lamentoso.
[
modifica] L'ancia
Ancie per sassofono contralto e tenore
L'
ancia è una lamina sagomata di
legno (ricavata dai fusti di canna comune,
arundo donax, specie del genere
arundo). Esistono anche ance ricoperte di plastica o realizzate in altri materiali (plastica, fibra di vetro, fibra di carbonio). Queste sono più omogenee e si adattano meglio del legno alle condizioni estreme di temperatura ed umidità, ma non hanno il calore del suono proprio del legno.
Negli strumenti ad ancia semplice (come i sassofoni), il suonatore comprime l'ancia tra il labbro inferiore (che tiene ripiegato sull'arcata dentale per conferirgli rigidità) e la superficie piana del bocchino e soffia. Il getto d'aria così prodotto, oscillando dentro e fuori il canale delimitato dalla superficie dell'ancia e dalla cavità del bocchino, pone in vibrazione l'ancia stessa che funge così da emettitore del
suono.
L'ancia viene fissata al bocchino tramite un elemento detto legatura, che oggi è una fascetta realizzata in metallo o materiale sintetico: il nome deriva dal fatto che in passato veniva utilizzato a questo scopo del comune spago (cosa che alcuni strumentisti - soprattutto clarinettisti di scuola tedesca - fanno ancora oggi)
[
modifica] Il bocchino
Tre viste di un bocchino per sax contralto (bocchino marca Bari)
Il suonatore di sassofono produce il suono applicando le labbra al bocchino, fissato all'estremità più sottile dello strumento. Il bocchino (rappresentato in figura), di dimensioni variabili a seconda dello strumento a cui viene applicato, è realizzato in
ebanite, in
metallo (per un suono più aggressivo) o in
tonolite (un minerale di
quarzo), e modernamente anche in plastica. In passato furono usati anche il
legno ed il
vetro e alcuni produttori utilizzano ancor oggi legni pregiati, nonostante la fragilità del materiale e la sua tendenza a deteriorarsi al contatto con l'umidità del fiato. Il materiale influisce comunque marginalmente sulla qualità del suono: generalmente parlando, l'ebanite ha un suono caldo e morbido, mentre il metallo dà un suono più aggressivo. Il timbro è determinato comunque in misura determinante da altre caratteristiche costruttive e dalla scelta dell'ancia (vedi oltre).
Il bocchino del sax è molto simile al bocchino del clarinetto dal quale deriva: internamente cavo, presenta un'estermità sottile (detta labbro) e - sulla faccia piana alla quale viene fissata l'ancia - una fenditura arrotondata che comunica con una cavità risonante interna (la camera): da qui vibrazioni vengono trasmesse al resto dello strumento attraverso l'accoppiamento con il collo.
Bocchini per sax tenore in ebanite e in metallo
La faccia inferiore del bocchino è la superficie che contrasta l'ancia in vibrazione ed ha un profilo curvo (mostrato in figura), la cui forma ha una grande importanza nella determinazione dei parametri della vibrazione dell'ancia e del suono dello strumento.
La forma di questa curva e la forma della camera risonante interna al bocchino, assieme al suo accoppiamento con l'ancia e a alla scelta di quest'ultima sono tra i parametri che determinano il suono dello strumento (un altro di questi parametri è la forma del collo strumento): l'influenza del resto dello strumento è assai inferiore.
Il bocchino viene infilato sul collo dello strumento che ha una forma conica ed è, nella parte iniziale, rivestito da un foglio di
sughero (spesso lubrificato con appositi prodotti di consistenza cerosa) cosa che permette allo strumentista di regolare l'intonazione dello strumento variando la posizione del bocchino sul collo: a posizioni più avanzate, che diminuiscono la lunghezza ed il volume del sistema risonante, corrispondono intonazioni più acute.
Chiver di sax tenore e assemblaggio di ancia, bocchino e chiver di un sax contralto
[
modifica] Le
chiaviLe chiavi servono per chiudere e aprire i fori presenti nel fusto dello strumento, allo scopo di variare la lunghezza della colonna d'aria in risonanza all'interno dello strumento producendo così note di diversa altezza. Per il loro funzionamento, vedi la voce apposita.
I sassofoni moderni hanno in media 23 piattelli premuti da nove dita del musicista: il pollice destro viene usato come punto di appoggio per assicurare l'equilibrio dello strumento. Il pollice sinistro poggia su un apposito bottone e concorre a controllare lo strumento. Inoltre, con la punta, aziona il
portavoce: questa è una chiave che, a parità di posizione, permette l'esecuzione delle note nella seconda ottava. Inoltre si utilizzano il palmo della mano sinistra (note della terza ottava, dal Re al Fa# e sopracuti) e la prima falange dell'indice destro (Sib e varie posizioni della terza ottava e sopracuti).
Secondo la tecnica tradizionale, ogni chiave è associata ad un dito ben preciso, ed il suo piattello è posizionato nel punto più adatto ergonomicamente: per alcuni passaggi tecnici si possono utilizzare posizioni delle dita eterodosse. Esistono inoltre artigiani specializzati nella realizzazione di strumenti adatti a persone prive di qualche falange o addirittura di un'intera mano.
[
modifica] Tecnica
[
modifica] Notazione e ed estensione
Il sassofono è uno
strumento traspositore. Questo significa che gli spartiti, per tutti i sax, vengono scritti nella stessa chiave (la chiave di violino) e nella stessa estensione (dal sib sotto al rigo al fa diesis sopra al rigo in chiave di violino, con poche eccezioni) ma il risultato sonoro è diverso a seconda dello strumento utilizzato. In altre parole, la nota effettivamente prodotta (nota reale) leggendo e suonando la stessa nota di posizione su due sax diversi è diversa: così un Do scritto corrisponde a un Mib reale per un sax contralto e a un Sib reale per un sax tenore. In entrambi i casi gli strumentisti diranno "Sto suonando un Do", magari aggiungendo "..cioè un Mib/Sib reale" o "d'effetto" a beneficio degli altri componenti dell'ensemble.
Grazie a questa convenzione un sassofonista può cambiare strumento agevolmente (ad una nota scritta corrisponde sempre la stessa posizione delle dita) ma è obbligato a leggere musica scritta espressamente per il suo strumento. Questa notazione, inoltre, elimina la differenza in altezza tra le estensioni dei diversi strumenti: lo stesso Do - scritto - suonato da un sax contralto e da un sax baritono produce note distanziate da un intervallo di ottava. In assenza di questa convenzione, gli strumenti più gravi della famiglia dovrebbero leggere in chiave di basso, cosa che effettivamente avveniva in passato. Per la famiglia di sax oggi più diffusa (in Sib e in Mib) vengono dunque prodotti spartiti rispetto ai quali le note reali sono, rispettivamente, un tono sotto e un tono e mezzo sopra.
Questa circostanza dà ragione della popolarità, nella prima metà del 1900, del "C melody sax". Questo strumento, che era intonato in Do, non richiedeva la produzione di spartiti speciali, che all'epoca era piuttosto costosa: lo strumentista poteva leggere direttamente la musica per pianoforte (il suono risulta un'ottava sotto). Per questo il C Melody Sax si diffuse tra i musicisti in servizio nelle orchestre da ballo, ad esempio quelle impiegate sulle navi da crociera.
In passato si usava dire che gli strumenti in Sib venivano scritti in "chiave di tenore", mentre quelli in Mib in "chiave di basso". Questa prassi contrasta con la realtà delle cose (tutta la musica per sax è scritta con la chiave di violino e gli accidenti opportunamente modificati, da sempre) e crea altri problemi, ma offre il vantaggio di poter definire immediatamente ogni suono scritto con il suo nome reale. Il musicista che segue questa convenzione fittizia non dice "Sto suonando un Do" quando suona una nota nel quarto spazio, ma la chiama direttamente "Si bemolle" o "Mi bemolle" a seconda dello strumento che ha in mano.
[
modifica] Bocchino e imboccatura
La rigidità del sistema formato da bocchino ed ancia è determinata dalla durezza dell'ancia e dalle dimensioni del bocchino. Ogni strumentista trova con gli anni un proprio equilibrio tra la necessaria resistenza alla vibrazione (che comporta affaticamento ma permette il controllo del suono) e la facilità di emissione: questo equilibrio è la base del suono di ogni strumentista. Il giusto compromesso varia da persona a persona e permette di produrre un suono "bello" (secondo i paramenti del musicista) senza eccessiva fatica.
In un bocchino, l'apertura indica lo spazio lasciato fra la punta dell'ancia e la punta dell'imboccatura. Questa è dovuta alla curvatura della faccia inferiore del bocchino e viene misurata dai produttori con una serie di speciali calibri. Ogni produttore poi assegna ai propri bocchini una sigla che ne esprime l'apertura ed altre caratteristiche: purtroppo il sistema di sigle è diverso a seconda del produttore il che rende arduo confrontare bocchini di diversa produzione (scopo al quale vengono costruite speciali tabelle).
Un altro parametro importante è la lunghezza di ancia libera di vibrare, ovvero il punto in cui comincia la curvatura del bocchino. Una porzione di ancia libera molto lunga aumenta, assieme alla sensazione di rigidità o durezza dell'imboccatura, il volume del suono così come la sua aggressività. Effetti simili (maggior volume e - in misura minore - aggressività) si ottengono aumentando la rigidità (durezza) dell'ancia. Inoltre aperture maggiori rendono più problematico il controllo della pulizia del suono e dell'intonazione da parte del sassofonista.
In linea generale, la pratica classica, normalmente insegnata nei
conservatori, richiede bocchini di piccola apertura e ance molto dure (ance troppo morbide si fletterebbero troppo sotto la pressione del labbro del musicista ed occluderebbero il passaggio dell'aria), mentre la musica leggera incoraggia l'uso di bocchini aperti ed ance più morbide.
Questa differenza si riflette in maniera marcata nelle qualità sonore del sax classico, che è più chiuso e si avvicina quasi al suono di un
corno e del sax moderno che preferisce esaltare (a scapito della pulizia sonora) gli aspetti di colore del suono facendo anche ricorso ad effetti peculiari che possono coinvolgere l'uso della gola (growl) o della lingua (slap). Inoltre questa combinazione ancia-bocchino offre una maggiore presenza sonora (alto volume e suono chiaro) e permette di modificare l'intonazione fine di ogni nota a fini espressivi.